L’ABITO NON FA IL MEDICO

Margaret/James: travestirsi per essere se stessi

di Alice Scuderi

margaret-jamesI travestimenti ci fanno subito pensare ai supereroi, e quindi solitamente a un mondo maschile.

Uomini che si travestono da pipistrelli, da ragni, per salvare l’umanità sono però solo frutto della fantasia. Nella realtà invece sono state spesso le donne a doversi camuffare, nascondendo le loro sembianze femminili per poter essere più libere.

Sappiamo bene che per secoli, soprattutto nella cultura occidentale, la donna è stata considerata nel migliore dei casi una fattrice, nel peggiore una meretrice.

E per quelle che avevano aspirazioni più alte? O erano così fortunate da avere una famiglia e amici illuminati, oppure non restava che una via: il travestimento.

Sono molti i casi nella storia: basti pensare alle tre sorelle Brönte, che pubblicarono i loro primi romanzi con pseudonimi maschili, e senza spingerci così indietro nel tempo, anche la famosissima e attualissima JK Rowling (devo specificare perché è famosa?!) è dovuta ricorrere allo stesso stratagemma per il primo capitolo della sua saga.

Se il mestiere di scrittore veniva considerato più tipicamente maschile, ma si chiudeva un occhio su quelle femmine un po’ pazzerelle che decidevano di dedicarvisi ( un esempio su tutte, Jane Austen), non si poteva dire lo stesso per le professioni scientifiche. La diffidenza nei confronti delle donne scienziato non è calata nemmeno nel XX secolo e ancora oggi dobbiamo farci i conti.

Ma che fare se il tuo sogno è diventare medico e sei nata donna?

É la storia, ancora avvolta nel mistero, di Margaret Ann Bulkley, nata in Irlanda alla fine del ‘700, che con la complicità della madre, dello zio pittore e professore alla Royal Academy e di alcuni amici influenti, venne ammessa all’università di Edimburgo con il nome di James Barry, per studiare medicina. Sebbene non vi siano certezze, è bello immaginarsela mentre, armata del suo travestimento, si fa strada nel mondo accademico riuscendo a conseguire il dottorato e a superare brillantemente l’esame del Royal College of Surgeons. Il suo talento la porterà a curare le truppe prima in India, e poi in Sudafrica, dove viene promossa Ispettore Coloniale.

220px-James_Barry_(surgeon)05La necessità di fingersi uomo non le impedirà però di mostrare la sua eccentricità: vegetariana, astemia, calza stivali con il tacco rosso e sotto la giubba porta camice ricamate. Ma non sono le sue stravaganze a renderla speciale; come chirurgo infatti si rivela un pioniere: a Città del Capo pratica il primo parto cesareo, grazie al quale sia la madre che il bambino sopravvivono.

Prestò servizio in molti paesi e sempre il suo impegno fu votato al bene comune, prima con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie delle truppe, poi per prigionieri e lebbrosi, e in generale per tutti gli abitanti locali.

Non sappiamo se il suo fingersi uomo fosse solo un mezzo per perseguire i suoi scopi o se James Barry sia uno dei primi casi documentati di transgender, certo è che si portò la sua vera identità nella tomba e fu solo la sua governante, a morte avvenuta, a scoprire il suo segreto e a rivelarlo dopo il funerale.

Forse Margaret si era sempre sentita più a suo agio nei panni di James, ma quale che fosse la natura del suo disagio, resta il coraggio di superare i propri limiti e quelli che la società impone, rischiando in prima persona (James Barry venne processato per omosessualità) pur di essere liberi di inseguire di propri sogni. C’è un super potere più grande di questo?

Mi spiace per Batman e Spiderman, ma sono questi i supereroi che ci piacciono.