di Alice Scuderi
Con una mano serviva il risotto, mentre con l’altra cercava di lavarsi via il colore dalla faccia. In salotto avevano smesso di parlare, come se il rumore delle posate potesse colmare il vuoto astrale. Ogni sedia era una galassia che teneva chiuso nel suo cuore radioattivo tutti i suoi pianeti, emanando all’esterno solo un tenue bagliore. Da fuori la scena aveva la banalità patinata delle cartoline, che non sono mai davvero fotografie reali dei luoghi, ma idealizzazioni a pastello che ci ricordano come dovrebbero essere le cose. E non lo sono mai.