di Beatrice Galluzzi
Fino al secolo scorso l’erudizione delle donne era sempre stata un lusso. Non perché per studiare ci fosse bisogno di risorse economiche (anche se questa era la prima prerogativa), ad essere insolito era il fatto che alle donne venissero riconosciute abilità, talenti e che (ancor meno frequentemente) esse fossero incoraggiate a coltivarli ed a intraprendere una vita da studiose.
La prima donna della storia ad aver infranto le barriere dell’istruzione fu Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, una mente eccezionale, quella che sarebbe stata nel 1678 la prima donna laureata al mondo.
Nata e cresciuta nella Repubblica di Venezia, era figlia di un nobile veneziano che ne favorì in tutti i modi l’educazione. Anche le altre donne della sua famiglia furono ragguardevoli e non prive di carattere: la madre, fiera e capace, diede alla luce cinque figli senza essere sposata col quello che poi diventò suo marito; la sorella, Caterina, anche lei una studiosa di talento, lasciò persino scritto nel testamento alla propria figlia di amare a sua volta le figlie femmine non meno dei figli maschi.

Elena infranse già le tradizioni quando a 21 anni diventò oblata benedettina, ma continuò a vivere in casa, indossando abiti normali. Era un appassionata degli studi classici, soprattutto filosofici e teologici, e parlava correntemente cinque lingue: il latino, il greco, il francese, lo spagnolo e l’ebraico.
Nonostante le sue capacità eccezionali, l’appoggio del padre e dei suoi rinomati maestri, a Elena non fu permesso di conseguire la laurea in teologia. Questo perché dopo essersi iscritta all’università (a quei tempi definita Studio di Padova) l’allora vescovo di Padova si oppose, definendo la donna inferiore all’uomo e non capace di ragionamenti difficili.
Solo a 32 anni Elena ottenne la sua laurea, ma in filosofia. Era diventata nel frattempo molto popolare, e il giorno della cerimonia di proclamazione assistettero migliaia di persone. Persino Luigi XVI mandò i suoi informatori a verificare le sue doti eccezionali.
Purtroppo Elena Lucrezia Cornaro Piscopia morì a soli 38 anni di tubercolosi.
Oggi di lei non resta molto, visto che aveva disposto che a seguito della sua morte i suoi manoscritti e le sue carte fossero distrutti. Sono pochi i piccoli monumenti (vetrate, targhe, viuzze) che la ricordano nel mondo.
Ma Elena rimane comunque un simbolo e un’icona della lotta ai pregiudizi sull’intelligenza delle donne e di come, per infrangerli, ci voglia dedizione, forza di volontà e tanta, tanta fatica. Persino oggi.