di Elena Ciurli
Il nuovo appuntamento delle Interviste Difettose è dedicato alla letteratura porno. Sì, perché la scrittura e il talento femminile di quel genere si rendono ancor più evidenti e necessari, soprattutto in un paese così tradizionalista come l’Italia.
La super ospite del mese è Alice Scornajenghi, raffinata scrittrice e boss di Ossì Magazine, una fanzine erotica di grande valore artistico, sia a livello di contenuti, che di immagini.
In ogni numero, un racconto zozzo da mondi che speriamo esistano davvero e le foto sexy scattate da qualcuno che vorresti ti conoscesse.
Mettetevi comodi e tenete la mente aperta. Siete pronti a entrare in questo luogo privo di tabù?
Sei la mente della fanzine erotica Ossì: puoi raccontarci la sua storia?
Ho sempre apprezzato la narrativa erotica, quella bella. Negli anni in cui scoprivo la masturbazione e si formava il mio immaginario sul sesso non avevo accesso al porno, non c’era internet e a 15 anni non avrei mai avuto il coraggio di entrare in un’edicola di Cosenza e chiedere una copia di analclub. Così leggevo Anais Nin, Sade, Cleland, Miller…
Poi è arrivato il porno online e vabbè.
Ma ho sempre sentito che la narrativa erotica aveva qualcosa da dire, mi dispiaceva che nelle librerie si fosse appiattiva sul pornosoft pieno di stereotipi e linguaggi artefatti, che come genere non avesse più prodotto nulla di nuovo.
Così mi sono detta si poteva provare a dargli uno spazio adatto per sperimentare, fresco, leggero, per far venire fuori quello che secondo me stava covando. L’autoproduzione è stata la scelta più semplice, non mi andava di aspettare, poi grazie al cielo Francesca Pignataro (art director della fanzine) mi ha detto di sì subito ed eravamo così sulla stessa lunghezza d’onda che è sembrato ne stessimo parlando da anni. Invece è successo tutto in un paio di mail.
La rivista è più apprezzata dal pubblico maschile o femminile?
50 e 50 a giudicare dalle statistiche di Instagram, ma devo dire che è letta da persone di tutti i generi e di tutti gli orientamenti. Il piacere è universale.
Scrivere un racconto porno è un’impresa assai ardua. Il rischio di cadere nel banale e volgare è sempre in agguato. Da quello che noi Donne Difettose abbiamo letto tu hai un grande talento e sei riuscita a scrivere testi di livello molto alto. Quali sono state per te le maggiori difficoltà (se ne hai trovate) nell’approcciarti a questo genere?
Grazie davvero! Io in realtà mi sento più a mio agio scrivendo porno che altro. Trovo che muoversi nei paletti di un genere che ha un obiettivo ben preciso aiuti anche a non perdersi scrivendo, almeno per me è così.
Sai che la finalità è creare eccitazione e questo ti porta ad avere sempre in mente chi leggerà e le sue possibili reazioni a quello che stai scrivendo, stai lì che provi a giocarci, è anche divertente.
La maggiore difficoltà forse è avere a che fare con il pudore, all’inizio ti ritrovi a scrivere un sacco di “sedere” e “vagina” invece di “culo” e “fica”.
E poi non è sempre facile trovare idee di storie che ruotino effettivamente intorno al sesso, storie porno, non storie con una scena porno dentro.
In generale comunque è bello, forse non puoi far leggere i tuoi racconti a tuo nonno (forse eh), ma dà un sacco di soddisfazione.
Veronica Raimo, che ha scritto il racconto del terzo numero della fanzine, ad una presentazione ha detto che è il sogno di ogni scrittore che tutti si arrapino leggendolo. Quanto è vero?
Ti sei sentita in qualche modo sotto giudizio per le tue scelte letterarie?
No, per nulla. Un amico scrittore mi ha detto che lo stigma nasce dal sadismo che le persone nutrono nei confronti della vergogna che tu stesso a volte provi. E io non mi vergogno per niente.
Nessuno si sarebbe aspettato da me che fondassi un giornaletto porno. Diciamo che non so com’è il genere di persona che fonda un giornaletto porno in effetti, ma di sicuro non ero io.
Però nei 2/3 anni prima di creare Ossì mi sono successe delle cose tali per cui il senso del pudore e delle aspettative altrui l’ho proprio perso completamente.
Quindi amici, colleghi e parenti dopo lo stupore e lo sconcerto iniziale alla fine hanno apprezzato il progetto, o almeno hanno fatto finta di farlo ecco.
Per quanto riguarda le reazioni esterne è stato davvero bello e ho conosciuto un sacco di persone nuove.
Al momento in cui ho fondato la fanzine ero una perfetta sconosciuta sia nel mondo dell’editoria che nel mondo dell’erotismo.
Ovunque mi invitassero, che fossero festival porno o festival di libri, la domanda che leggevo negli occhi di tutti era “ma chi è questa?” “da dove è uscita?”, ma è stato divertente e sono sicura che senza la libertà che può prendersi un outsider, Ossì non sarebbe nata o comunque non sarebbe stata così.
Dov’è possibile acquistare la vostra rivista?
Abbiamo qualche punto vendita sparso qua e là, ma poca roba, non ho tempo per gestire i conti vendita e penso di averci perso dei soldi anche.
Quindi li limito il più possibile e dal prossimo numero non li faremo proprio più.
Il modo più facile per comprare Ossì è ordinarlo dalle nostre pagine instagram o facebook e lo spediamo ovunque. L’unica cosa da tenere a mente è che Ossì esce in edizione limitata (350 copie in tutto), il vol.2 è sold out, lo era anche il vol.1 ma abbiamo fatto una piccola ristampa proprio in questi giorni, mentre del terzo volume al momento ci sono rimaste una ventina di copie.
Eventi o presentazioni in programma?
Sì!
Il 26 ottobre da magwall a Venezia lanceremo il quarto numero. Lo stiamo chiudendo in questi giorni ed è bellissimo, dopo di che organizzeremo di sicuro anche una presentazione a Roma e poi a fine Novembre saremo a SPRINT a Milano.
Grazie Alice, è stato un vero piacere leggerti 😉