di Elena Ciurli
La prima uscita delle nostre Interviste Difettose edizione 2023 è dedicata a un collettivo veramente tosto: siamo felici di ospitare le Chemical Sisters.
Siamo donne, persone trans e di genere non conforme che lottano contro lo stigma, la discriminazione e la criminalizzazione quotidiana presente in ogni ambito delle nostre vite.
Abbiamo deciso di unirci in un collettivo per difendere e rivendicare i diritti troppo spesso negati in quanto donne, persone t. e non-binary e in quanto persone che usano sostanze legali e non. Dichiariamo che la guerra alle droghe è classista, razzista ed etero sessista. Viviamo in un mondo in cui l’uso di sostanze stupefacenti è visto, analizzato e affrontato con uno sguardo e una prospettiva ben definite: quelle del genere maschile. Ma la realtà ci dice qualcos’altro. Un terzo delle persone che usano sostanze nel mondo sono donne e un quinto del numero mondiale stimato di persone che usano per via iniettiva; sono le più soggette ad abuso di farmaci da prescrizione medica, e sono i soggetti con più probabilità di contrarre infezioni virali.
Ci ribelliamo contro la violenza che ogni giorno soffoca i nostri corpi, le nostre scelte e le nostre vite, nelle aule dei tribunali, nel sistema carcerario e nei servizi di cura, nei luoghi di istruzione e di lavoro.
Cosa significa per voi “Fare riduzione del danno”? Come operate sul territorio nazionale?
I principi cardine della riduzione del danno sono anche i nostri: approccio non ideologico, tutela della salute, autodeterminazione e non giudizio sulle persone e sulle scelte. Implementiamo il mutuo supporto, la costruzione di reti, la creazione e quindi l’attraversabilità di spazi safe e la solidarietà dal basso. Puntiamo a costruire pratiche politiche intersezionali ed inclusive che assicurino alle donne e alle minoranze di genere, l’empowerment e l’inclusione nella ricerca clinica e che affrontino il fenomeno dell’uso di sostanze attraverso la prassi definita dalla riduzione del danno. Crediamo che l’autodeterminazione sia la prerogativa essenziale per godere al meglio dell’esperienza correlata all’uso di sostanze.
Data la disomogeneità rilevata nei servizi di RDD in Italia, abbiamo ritenuto necessario attraversare luoghi e pratiche, istituzionali e non, con uno sguardo più inclusivo facendo rete con quanti di questi ambienti il più possibile al fine di allargare pratiche e conoscenze alla portata dell* più.
Diviene quindi cruciale sottolineare le tematiche di genere e la tutela dei diritti umani diffondendo l’approccio trasversale e l’approccio tra pari, nonchè puntando a decostruire l’immaginario di violenza endemica rispetto sia alla donna che si ‘’contiene’’ sia verso i nostri corpi come ‘’incontenibili’’.
Uso di sostanze (sia a scopo ricreativo, che di dipendenza) e violenza di genere spesso sono due aspetti correlati. Quali sono le vostre azioni per aiutare donne o identità queer che sono vittime di queste situazioni?
Innanzitutto dobbiamo ridefinire ciò che può essere donna, zoccola, tossica. Riteniamo che il linguaggio sia il primo veicolo di ridefinizione rispetto a ciò che pretendiamo.
Siete in contatto con altri collettivi in Europa? Potete parlarci della campagna europea “dei 16 giorni”?
Come sul territorio nazionale italiano abbiamo creato e mantenuto reti con progetti istituzionali e non, così anche a livello europeo. Siamo entrate recentemente in un Network europeo, NewNet, una rete europea di ONG che operano nei settori della promozione della salute e della vita notturna e per due anni abbiamo presentato il nostro collettivo e proposto workshop durante le conferenze a Berlino e Zurigo.
Come collettivo facciamo parte da ormai 3 anni della rete SisterWUD (womxn who use drugs) che a sua volta fa parte della rete EuronPUD (people who use Drugs). Con loro seguiamo più campagne e iniziative, come “support don’t punish!” e 16 days of action against violence on WUD”, e abbiamo partecipato anche a delle ricerche europee tra cui una che analizza la violenza di genere durante il lockdown su donne che usano droghe. Quest’anno abbiamo portato per il terzo anno di fila in Italia la campagna dei 16 giorni di azione contro la violenza su donne che usano droghe, la quale inizia il 25 Novembre e termina il 10 Dicembre. Durante questi giorni abbiamo proposto una serie di attività e azioni per chiedere la fine della violenza sulle donne che usano droghe e il miglioramento delle politiche in materia di sostanze dal punto di vista transfemminista in un’ottica di riduzione del danno e della tutela dei diritti umani. Durante il periodo della campagna si presentano varie date rilevanti tra cui la giornata mondiale dei diritti umani, giornata mondiale per contrastare l’HIV e la giornata mondiale sui diritti dell3 sexworkers. La campagna è promossa da WHRIN. YOUTHRISE, EuronPUD e viene supportata in molti paesi europei come Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, Francia.