di Elena Ciurli
Iniziamo il nuovo anno con un tema che ci fa stare bene: i viaggi. Avere la valigia sempre pronta e un biglietto tra le mani (possibilmente aereo) è il sogno di tanti (il mio di sicuro). Quando ho scoperto il progetto della nostra ospite, la giornalista e scrittrice toscana Alessandra Mastroleo, è stato subito amore. Grazie all’entusiasmo e alla preparazione di Alessandra, con il suo Turismo Letterario potrete scoprire itinerari di viaggio dal sapore inedito, per visitare i luoghi che hanno fatto la storia nei vostri romanzi preferiti o sono legati alle vite degli scrittori che li hanno ideati.
Pronti, si parte!
Sei la creatrice di Turismo Letterario: puoi raccontarci la sua storia?
In realtà l’idea del “viaggio letterario” è sempre stata una costante tanto che non ricordo di preciso quando è nata. Penso sia piuttosto comune, in modo più o meno consapevole, tra tanti lettori a cui piace anche viaggiare. Per quel che mi riguarda, a un certo punto mi sono resa conto che tendevo sempre a progettare i miei viaggi in base alle ambientazioni dei libri che avevo letto oppure a visitare luoghi in qualche modo legati agli scrittori che mi piacevano.
L’idea di creare un sito dedicato al turismo letterario però è nata precisamente in Giappone, durante un soggiorno di studio, nel 2013. Il luogo non è casuale: da appassionata di letteratura giapponese, spesso mi imbattevo nelle ambientazioni di libri (perlopiù opere di narrativa) che avevo letto e che amavo, o viceversa, scoprivo luoghi legati a libri che non conoscevo e che per quel motivo andavo a leggere.
Così, tornata in Italia dopo il periodo in Giappone, ho concretizzato questa idea realizzando un sito/database (turismoletterario.com, appunto) per raccogliere i luoghi più rilevanti legati a scrittori e libri. Oltre a questa specie di archivio di luoghi letterari ordinato per autori e città, una sezione importante era quella degli itinerari, molti dei quali testati personalmente macinando chilometri, come la brughiera di Cime Tempestose nello Yorkshire in Inghilterra, la Dublino di Joyce o la contea di Sligo di William Butler Yeats in Irlanda, la Firenze di Pratolini e Dante, la Parigi della “Generazione Perduta” (Hemingway, Fitzgerald, ecc.), la Scozia di Walter Scott e Robert Burns, la Praga di Kafka, e così via.
Come nasce il tuo amore per il Giappone?
Da buona figlia degli anni ’80 sono cresciuta guardando gli anime (i cartoni animati giapponesi) in TV; poi da piccolissima, già appassionata di Topolino, ho iniziato a leggere manga (fumetti giapponesi). Il primo fu Dragon Ball, pubblicato per la prima volta dalla Star Comics nel lontano 1995, che all’epoca non era ancora molto famoso (lo diventerà diversi anni dopo con la proiezione del cartone in TV). Una lettura immaginifica e avventurosa, irresistibile per un’adolescente, che mi ha portato a divorare numerosi altre storie a fumetti.
Visto poi che mi dilettavo anche disegnare, ero affascinatissima dagli ideogrammi della lingua giapponese, un modo di scrivere che sembrava appunto disegnato, tanto che avevo iniziato a studiare da autodidatta gli ideogrammi e le basi della lingua. In seguito ho deciso di proseguire gli studi all’università e mi sono immersa nell’affascinante mondo della letteratura giapponese, innamorandomi in particolare quella del periodo Taishō-Meiji, a cavallo tra Otto e Novecento, una letteratura “ibrida” combattuta tra la nostalgia del passato, cioè i valori e l’estetica dell’antico Giappone, e fascinazione per il nuovo, ovvero tutto ciò che proveniva dall’Occidente.
Il Giappone è un paese molto affascinante ma anche difficile da capire, sempre sfuggente e troppo spesso inquadrato in facili stereotipi (geisha, sushi, samurai, ipertecnologia, stacanovismo e tanti altri). Così anche se poi non ho proseguito gli studi di lingua e cultura giapponese nell’ambito universitario, continua tuttora a essere un argomento che continuo a studiare e approfondire per interesse personale. Soprattutto tramite la letteratura!
Quali sono i tuoi autori preferiti?
In genere mi resta difficile individuare autori preferiti, piuttosto preferisco parlare di libri preferiti; leggo un po’ di tutto, a volte scegliendo anche a caso e tendo a leggere poche opere ma di tanti autori diversi, per esempio recentemente ho letto Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, della cui produzione avevo una conoscenza scolastica. Folgorante riscoperta, per la sua ironia intelligente e anche un po’ amara.
Anche se ultimamente mi sono imposta di leggere più autori contemporanei, quando si tratta di scegliere i preferiti ricado sempre sui classici. Per esempio i giapponesi Natsume Sōseki, Jun’ichiro Tanizaki e Edogawa Ranpo, mentre pescando nella letteratura italiana direi soprattutto Italo Calvino e Cesare Pavese. Ma la mia grande passione è la letteratura anglofona, in particolare quella di Otto-Novecento. Non posso non menzionare le sorelle Brontë, Oscar Wilde, Henry James, James Joyce, William Somerset Maugham, l’irriverente John Fante.
Ci sono poi tanti autori, tra cui Orhan Pamuk, Isabel Allende, Gabriel Garcia Marquez, Arthur Schnitzler, di cui ho letto ancora troppo poco per annoverarli tra i preferiti, ma ci sono ottime premesse per confermare l’impressione avuta dalle prime letture.
Un viaggio letterario dal sapore noir e thriller che vorresti dedicare a noi Donne Difettose?
Innanzitutto il luogo: Torino! La ritengo una città perfetta per il genere noir. L’ho scoperta da questo punto di vista solo recentemente, leggendo Torino di carta, la guida letteraria di Alessandra Chiappori (collaboratrice tra l’altro anche di Turismoletterario.com) edita da Il Palindromo. C’è un capitolo che parla della città che fa da sfondo ai gialli di Fruttero & Lucentini: dalle periferie, industriali e metalliche, alle anche le piazze eleganti e luminescenti del centro, fino alle rive di un Po onnipresente. Tra i maggiori successi della coppia ci sono La donna della domenica e A che punto è la notte, due indagini del commissario Santamaria ambientate nella Torino bene degli anni Settanta, tra caffè e strade affollate, ma soprattutto il Balon, brulicante mercato delle pulci che ha un ruolo chiave nel primo dei due romanzi.
Carlo Fruttero, dopo la morte del “compagno di scrittura”, ha pubblicato Donne informate sui fatti: un racconto polifonico ambientato a Torino, la cui struttura si impernia sulle testimonianze di otto personaggi femminili… Nel titolo richiama un po’ anche il vostro progetto!
E invece una proposta di itinerario perfetto per sopravvivere (scusa è più forte di noi) a queste vacanze natalizie?
L’inverno e il freddo mi fanno venire in mente mete nordiche, una su tutte San Pietroburgo, con reminiscenze letterarie di Dostoevskij, Puskin, Tolstoj, Nabokov… ma purtroppo è una meta che al momento non ho ancora visitato! Quindi, sempre su quelle latitudini, consiglio la Danimarca. Si può fare un itinerario partendo da Copenaghen, dove spuntano onnipresenti richiami a Hans Christian Andersen e alle sue fiabe. Si segue poi la costa muovendosi verso nord: nel giro di pochi chilometri si trovano la casa di Karen Blixen (autrice di La mia Africa), a Rungsted, con all’interno un assaggio del continente africano, per i nostalgici del caldo, e il castello di Kronborg, a Helsingor, ambientazione dell’Amleto, dove spesso è rappresentata la tragedia shakespeariana con uno spettacolo itinerante tra le varie sale.
Se si parla di itinerari meramente “di carta”, invece… forse sarò un po’ scontata ma non è Natale senza aver fatto un viaggetto immaginario a Londra con qualche pagina di Canto di Natale di Dickens e a New York con Il giovane Holden.
Altri progetti editoriali per il tuo futuro?
In realtà molto bolle in pentola… tra le cose più imminenti: vorrei ristrutturare il sito trasformandolo in una sorta di magazine dedicato al turismo letterario e trasformare qualche itinerario letterario in pubblicazione cartacea; inoltre dovrebbe uscire a breve una guida sull’Irlanda che ho scritto assieme a un altro autore per l’editore fiorentino GoWare, dove si parla molto di scrittori e libri ambientati nell’isola; infine sto scrivendo la guida letteraria di una città italiana, ma preferirei lasciare un alone di mistero finché non sarà a uno stato un po’ più avanzato!
Grazie Alessandra, non vediamo l’ora di partire per uno dei viaggi che ci hai proposto! 🙂
Bravissima Alessandra ….
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