di Federica Bertagnolli
“Quando scatto foto, sono leggermente diversa da come sono di solito. È come se il mio interruttore si accendesse, un po’ come essere un’atleta. Quando tengo la fotocamera tra le mani e scatto, sento di trovarmi in un luogo inconsueto”.

Sfogliando Illuminance di Rinko Kawauchi si ha la sensazione di ritrovarsi catapultati in un universo parallelo, in tutto e per tutto simile al nostro ma più etereo, pregno di delicatezza e protetto da un velo impalpabile di magia. Ogni immagine di questa raccolta è uno sprazzo luminoso, una finestra aperta sui dettagli banali eppure stupefacenti che affollano la nostra quotidianità: fiori di ciliegio, specchi d’acqua, il riverbero del sole nell’azzurro di una piscina, un neonato che cerca il seno della madre. Rinko Kawauchi ha conquistato la fama proprio grazie alla capacità di rendere intriganti le sfaccettature più ordinarie della vita di ogni giorno.
Nata in Giappone il sei aprile del 1972, oggi vive e lavora a Tokyo ed è fra le fotografe più apprezzate del panorama artistico contemporaneo; una vera professionista con svariate mostre personali e collettive alle spalle, da San Francisco a Vienna, passando per Bruxelles e per gli Stati Uniti. Da anni, ormai, attraverso i suoi scatti regala al pubblico visioni filtrate da un’innocenza che ha dell’incantevole: i suoi sono gli occhi di una donna che del mondo vuole afferrare la realtà ultima, l’essenza più spiazzante, tuttavia nella pratica fotografica adotta uno sguardo infantile, come se fosse una bambina che quello stesso mondo lo vede per la prima volta, e così facendo si sofferma su particolari che chiunque altro trascurerebbe.
A plasmare i suoi soggetti è una luce bianca purissima, dai toni freddi, che getta ogni scena nell’onirico. Tanti frammenti di sogno, forse le sue fotografie potrebbero essere descritte così. Immagini in cui si percepisce la vita, la sua brillante esuberanza, e nel contempo anche la morte, la distruzione inevitabile di ogni cosa – come nei paesaggi in fiamme di Ametsuchi, un altro lavoro molto amato dal pubblico. Fiori e sangue, acciaio e cielo: la ricerca della Kawauchi è un’incessante oscillazione tra gli aspetti più teneri dell’esistenza e quelli più feroci.

Utatane è il lavoro che tocca più nel profondo l’immaginario del sogno. Come l’autrice ha spiegato durante un’intervista, “l’ho scelto come un modo per esprimere lo stato in cui ci si trova tra il sonno e la veglia”. Le immagini di questa serie, concepite e realizzate per esplorare “diverse tipologie di stati liminali”, ci riconducono a un altro aspetto fondamentale della ricerca della Kawauchi, ovvero la spontaneità. Uno degli imperativi della sua pratica è svuotare la mente durante la fase di scatto, in modo da poter recepire senza inibizioni gli stimoli provenienti dal mondo esterno. Il che, dopotutto, è ciò che fanno i bambini, e dunque ecco riaffiorare il già citato tema dell’infanzia.
Nel corso della sua carriera, Rinko Kawauchi si è dedicata a diverse serie. Alcune, come Cui Cui – in cui ha ritratto la sua famiglia – risultano di particolare interesse in quanto raccontano la cultura giapponese, i ritmi di vita e le usanze di un Paese molto diverso dal nostro. Anche in Illuminance ritroviamo, a tratti, la presenza di questo genere di suggestioni: cerimonie tradizionali, luoghi caratteristici, prodotti gastronomici, pratiche sportive…

Ad allontanarsi dalla pacata luminosità dei progetti passati in rassegna finora è invece Halo, un lavoro che prende le mosse da Ametsuchi per focalizzarsi su tematiche dai toni più cupi, legate alle tradizioni spirituali del Giappone e, da un punto di vista più generale, ai grandi misteri dell’esistenza. Il risultato di questa ricerca è raccolto in un volume omonimo, edito da Aperture (New York) e pubblicato nel 2017. Interessanti anche murmuration, una raccolta di scatti che ritraggono stormi di uccelli riuniti in masse simili a nuvole nei cieli sopra Brighton, e AILA, che approfondisce il binomio nascita-morte prendendo in considerazione le più svariate manifestazioni della vita sulla Terra.

Quello di Rinko Kawauchi è un nome che chiunque sia interessato alla fotografia contemporanea dovrebbe tenere a mente. Le sue immagini, per quanto in apparenza semplici, mettono in luce la forza dirompente insita nella genuinità, nella natura e nei suoi piccoli miracoli; possono insegnarci che c’è della meraviglia nelle ore che ogni giorno lasciamo scorrere via annaffiando i fiori, passeggiando sulle rive di un corso d’acqua, prendendoci cura di coloro che amiamo.
