Pubblicato in: Attualità al femminile

Dammi una lametta, Donatella

di Elena Ciurli

Diciamo che l’Italia non è propriamente un paese rock. Diciamo anche che siamo negli anni Settanta, e che una donna (ieri, come oggi), molto spesso è chiamata a cantare parole di sole, cuore e amore. Diciamo che questa donna non ha nessuna voglia di mettersi per forza la gonna, e di raccontare di come sia innamorata del suo uomo, o di come l’abbia fatta soffrire.

Mettiamole in mano una lametta, e avremo davanti la mitica Donatella Rettore. Donna ironica e carismatica, che ha sempre navigato contro corrente, tra le note delle sue canzoni.

donatella rettore
Collage by D.D

Figlia di una nobildonna e di un commerciante, ha fin da piccola subito il fascino della Dea Musica, fondando, a soli 10 anni, la sua prima band: “I Cobra”, un animale che la seguirà per molto, molto tempo.

Canta nelle parrocchie, la bambina Rettore, ma ben presto le regole e la disciplina la rendono profondamente insofferente, e così, dopo il diploma, scappa a Roma, vuole diventare una cantante.

Nel 1973 Donatella ha solo 20 anni e riesce ad esibirsi come artista spalla nel tour di Lucio Dalla, suo vero e proprio maestro, che le insegna moltissimo a livello musicale.

Sempre nel ’73 incide la sua prima canzone “Anche se non lo sai”.

L’anno dopo debutta a Sanremo, ma l’Italia non le riconosce il successo che merita.

Il suo talento, però, non passa inosservato in Germania e in Svizzera, dove nel 1976, con il 45 giri intitolato “Lailolà”, riscuote un enorme successo commerciale. Il Belpaese non è ancora pronto per Donatella, ci vorrà del tempo per digerirla.

“In Germania ero diventata famosa solo come Donatella, in Italia ancora mi snobbavano.

Quando sono tornata qui ho deciso che per tutto il resto del mondo sarei diventata famosa come Rettore. E il successo è arrivato.”

Il 1978 è l’anno della svolta, Donatella rimane solo Rettore e cambia la sua immagine, che diventa molto più rock, così come la sua musica. Con i capelli biondissimi, il look androgino, è una creatura ambigua e affascinante. Esce il 45 giri “Eroe”.

E poi, dalla fine degli anni ’70 centra un successo dopo l’altro: da “Splendido splendente” (1979), fino al Kobra”, canzone scandalo del 1980. Il pezzo fu accolto da polemiche infuocate, per colpa, o meglio, grazie, al continuo doppio senso presente nel testo.

“Il kobra si snoda, si gira m’inchioda. Mi chiude la bocca, mi stringe, mi tocca.”

donatella

E Rettore smuove le anime pie dei bigotti italiani, mentre la Parisi canta “Disco Bambina”, e Mina intona “Buonanotte, buonanotte”.

Ormai non la ferma più nessuno e nel 1981 è la regina assoluta dell’estate con “Donatella”, uno dei più famosi e riusciti pezzi ska della musica italiana. Una canzone che ha fatto ballare intere generazioni, e son sicura che continuerà ad avere gli stessi effetti di dance anche in futuro.

Non posso non citare “Lamette”, forse la mia canzone preferita in assoluto della Rettore e una delle mie più amate tra i pezzi in lingua italiana.

Pubblicato in formato 45 giri nel 1982, su etichetta Ariston, il pezzo è contenuto nel 33 giri Kamikaze Rock ‘n’ Roll Suicide, sempre dell’’82, ovvero uno degli album più noti in tutta la carriera dell’artista.

E insomma, dopo più di 30 anni questa Rettore è sempre attuale, moderna, una Donna Difettosa che ha saputo giocare bene le sue carte, ha rischiato, si è messa in gioco e ha stra vinto la partita.

E ora alza il volume al massimo, mettiti un paio di scarpe comode e balla con noi.

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