di Alice Scuderi
È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi.
Questo aveva detto sua madre alla cena di fidanzamento, accompagnando la citazione colta con una risata grossolana, così cheap che il marito le aveva gettato uno sguardo sconcertato. Clara aveva ingoiato a forza il boccone di foie gras buttando giù una lunga sorsata di vino. Ma l’amaro in bocca era rimasto. Si guardò intorno: la suocera, Emily – Emiliana all’anagrafe, nata e cresciuta a Formia – stava stuprando l’antipasto francese con la forchetta, cercando però di darsi un tono con il collo tenuto ben teso e i gomiti assolutamente non appoggiati al tavolo. Aveva riso di quella facezia con un risolino acuto coprendosi la bocca con la mano, per evitare si vedesse il dente d’oro di cui solo pochissimi erano a conoscenza.