Non è un caso, ovviamente, il fatto che abbiamo deciso di pubblicare quest’articolo nel giorno in cui si festeggia San Valentino.
La parola amore – talmente usata da essere diventata una stucchevole caricatura di se stessa – racchiude tante di quelle sfaccettature che, in queste sede, non riuscirei ad analizzare.
Oggi ho scelto di parlarvi dell’antologia “Quello che hai amato” curata da Violetta Bellocchio, in cui undici donne – undici scrittrici di talento – hanno scritto undici racconti dedicati alla non banalità dell’amore, un affetto che si può nutrire non solo nei confronti delle persone, ma anche degli oggetti, delle parole e delle immagini.
È proprio Violetta Bellocchio a porre delle domande nell’introduzione: Che cosa ti piace? Che cosa ti muove? A cosa scegli di dare importanza? Che cosa ti spinge a cambiare, o a stabilire una tregua con una parte di te?
Le risposte a questi quesiti dimorano in ognuno di questi racconti, spontanei e non edulcorati, storie che narrano della reale presenza di un tangibile attaccamento per una cosa o una persona che non sia necessariamente – e banalmente – riconosciuta nel classico modo di intendere l’amore.
Le scrittrici che troverete nell’antologia sono Nadia Terranova, Giusi Marchetta, Claudia Durastanti, Giuliana Altamura, Mari Accardi, Raffaella Ferré, Flavia Gasperetti, Carolina Crespi, Serena Braida, Chiara Papaccio e Violetta Bellocchio.
Nel racconto ME 619753 Nadia Terranova parla di come la sua Fiat Panda abbia racchiuso in sé l’essenza di un intero periodo della sua vita, di come fosse un arto di sua madre e di come loro due se ne siano dovute separare. “Sapevamo entrambe che l’abbandono è sempre un fatto reciproco e quando ci decidiamo a celebrarlo si è già consumato senza aver chiesto permesso.”
In Imparare il mio nome in Irlanda Mari Accardi ricorda il periodo in cui ha fatto la ragazza alla pari, del bambino che accudiva e di come involontariamente ci fosse un bonario antagonismo tra lei e la madre del bimbo. “Mi dava fastidio che dopo giornate intere passate con Conall me lo togliesse bruscamente dalle mani, come se fossi un attaccapanni.”
Giusi Marchetta nel racconto Acqua guarda le foto dell’album di famiglia e risale alla storia del suo bisnonno emigrato a New York e riconosce qualcosa nella “dolorosa percezione nel lasciarmi qualcosa alle spalle pensavo fosse figlia del bambino e dei quattro stracci abbandonati per sempre in America.”
Napoli quando devi attraversare la strada è una poetica passeggiata tra le vie della città, dove “la scritta dice Kimbo, io leggo CASA” e “se la città comincia da una parte prima di farsi provincia, era lì dov’ero io e dove non potevano e non possono esserci tutt’oggi foto che siano davvero belle e bellezze che diano davvero sazietà.“
Il mio breve intervento non può certo contenere la varietà dei temi presenti nella raccolta né riuscire a cogliere le policrome sfaccettature che le autrici svelano nel procedere delle loro storie. Per questo vi consiglio di leggere questo libro, perché tutte queste donne – diverse tra loro e con altrettanti differenti approcci alla narrazione – hanno parlato di quello che davvero hanno amato e che, in qualche modo, ritroverete in ognuna di voi.
PERIODO ADATTO PER LEGGERE QUELLO CHE HAI AMATO
Questa lettura è indicata nel momento in cui non solo ci manca l’amore di qualcuno, ma anche quando crediamo di non essere più capaci a provare slancio emotivo. Consiglio questo libro anche a chi nutre nostalgia per le proprie antiche passioni e che rimarrà stupito del ritrovarle in dettagli talvolta fuggevoli e che aspettano di essere rievocati, per scoprirvi sorprendentemente l’amore che credevano perduto.
COLONNA SONORA DA ASCOLTARE DURANTE LA LETTURA
Ho scelto Aimee Mann perché la sua voce racchiude un’estrema fragilità ma allo stesso tempo i suoi testi sono disillusi e risoluti. In fondo, questa è una canzone melodica ma lei è nata come musicista punk. Inoltre, Wise Up mi ricorda piacevolmente il film Magnolia, in cui i temi dell’amore vengono affrontati su più piani paralleli, ognuno con una prospettiva diversa ma che, in ultimo, li accomuna, senza mai essere banale.
Artista: Aimee Mann
Album: Magnolia Soundtrack
Brano: Wise Up
B.G.