di Beatrice Galluzzi

Meglio scriverne a caldo, ho pensato stamattina presto, dopo aver passato le ultime settantadue ore a parlare alle persone ininterrottamente – faccia a faccia, evviva Iddio – di che cosa sia il progetto Donne Difettose. Questi tre giorni di Firenze RiVista non si possono comprimere in poche righe, ma posso tentare di condensare il clima estremamente includente nel quale anche noi, come rivista, associazione, blog e organizzatrici del festival Marea Noir, siamo entrate a far parte.
Il complesso delle Murate è di per sé suggestivo, tra lʼausterità delle carceri e la solennità del monastero, le stanze che si susseguono una dentro lʼaltra, come un labirinto del quale si scopre la meraviglia scavalcandone le linee senza seguirne il percorso obbligato. E il caffè letterario che dà sul cortile dellʼora dʼaria, che si è trasformato in luogo di incontro di giorni, settimane e anni di respiri condivisi, dove le persone si incrociano, si parlano, sorseggiano vino e caffè su tavoli tutti diversi, deliziosamente scoloriti dal sole e segnati dalle pressione di mani che hanno preso appunti, delineato incontri, evidenziato passaggi imperdibili di libri e riviste diversi tra loro. Questo è stato Contatto, il tema di questa edizione. Ed è esattamente così che andata: noi riviste e case editrici – noi esseri umani dietro le riviste e le case editrici – abbiamo spartito tutto. Gli spazi, le idee, le spinte, le voci.
Al nostro stand sono passati donne e uomini e ci hanno ascoltato, hanno comprato il nostro numero zero, apprezzando i gioielli con le nostre illustrazioni; si sono interessati a quello che volevamo dire e ci hanno incoraggiato, stringendoci la mano e regalandoci sorrisi straordinari.

E la nostra stima va agli organizzatori, a cui dobbiamo il nostro successo durante questa manifestazione unica e imperdibile, come lo dobbiamo anche alle altre riviste presenti, e a quelle che non sono riuscite a esserci. Le vorremo nominare tutte (splendide, fervide, letterarie, graficamente sbalorditive) ma non le elenchiamo per paura di dimenticarne qualcuna per via della stanchezza di questi tre giorni intensi. Allora vi invitiamo a consultarle online sul programma, ma anche sui social, perché di riviste belle ce ne sono tante, sono validissime e vanno sostenute, comprate, lette, regalate. Grazie allo scambio di letture e di autori con molte di loro siamo riuscite a tirare fuori un prodotto come Donne Difettose – la rivista – sostenuto ed edito dalla Ouverture Edizioni, in cui sono presenti scrittrici che hanno pubblicato con case editrici e altri progetti, e hanno deciso di regalare anche a noi un loro racconto inedito a tema “Trasformazioni”.
Donne Difettose è una partenza in un percorso che è destinato ad allungarsi e a prendere strade che non sappiamo – e non vogliamo – prevedere. In questo ci lasceremo guidare dallʼentusiasmo, dagli alti e bassi delle nostre vite private, dalla spinta del momento, da eventi come questo, e dalla potenza della condivisione con voi che ci leggete, e che sarà fondamentale per mantenerci in piedi – anche fisicamente.
Un ringraziamento va inoltre a tutti i presenti alla “Tavola rotonda sulla letteratura femminista” di ieri – domenica 22 settembre. La sala non era solo piena, cʼerano persone in piedi e sedute a terra. Questo vuol dire che il lavoro che abbiamo intrapreso noi e le altre donne che presenziavano lʼincontro (Vera Navarria, Carla Fronteddu, Michela Dentamaro) sta funzionando, e che la chiave per infrangere gli stereotipi – non solo femminili, ma di ogni genere etichettato – è parlarne, e farlo in modo spontaneo.

E noi Donne Difettose ci teniamo a utilizzare anche lʼautoironia, una cosa in cui crediamo particolarmente, non perché si debba sdrammatizzare su tutto – ci sono temi fin troppo dolorosi – ma perché la cultura, la letteratura e la conoscenza sono una cosa seria, e per farla fluire ci aiutano la gioia, gli aneddoti e le nostre esperienze personali che siamo entusiaste di poter condividere con voi.
Ps. Un grazie specialissimo va ai ragazzi del magnifico magazine Menelique, nostri vicini di stand, che hanno promosso la nostra rivista come se fosse la loro e che ci hanno fatto dono della loro piacevole compagnia.
Evviva Firenze RiVista!