di Beatrice Galluzzi
Oggi vi parliamo di puro divertissement. Non che “Atomica Bionda” (di David Leitch, 2017) manchi della consistenza necessaria per essere anche altro.
Intanto, la protagonista è Charlize Theron, da sempre il lotta contro il cliché della modella vuotamente eterea. Agli inizi della sua carriera da attrice – ben prima di vincere il premio Oscar per “Monster“, nel 2003 – Charlize si innervosiva quando le dicevano che era una meraviglia della natura, e ci teneva a ribadire la sua intelligenza e il suo talento. Anche in questo ruolo – quello di Lorraine Broughton, una spia britannica – la sua bellezza ultraterrena distrae, a tratti, dal nucleo del film. Ma lo fa di proposito. Non è infatti di una femme fatale che stiamo parlando. Non c’è alcun sex appeal – o meglio c’è, ma non è funzionale alla storia – che venga utilizzato da Lorraine per far abbassare la guardia ai nemici. Lorraine mena duro, e lo fa sul serio. Le scene di combattimento corpo a corpo si susseguono una dopo l’altra, senza dar tempo allo spettatore di sistemarsi sulla sedia. Ed è Charlize stessa ad averle girate, dopo un allenamento intensivo durato mesi, con otto diversi insegnanti – e a causa del quale si è incrinata diverse costole e rotta due denti. (Ecco il video degli allenamenti)👇
Siamo nella Germania del 1989, a ridosso alla caduta del muro. A ricordarcelo c’è l’estetica di quel periodo ma, soprattutto, una magnifica colonna sonora che rende le scene parte di un lunghissimo videoclip anni ’80 – presenti all’appello, tra gli altri, David Bowie, Public Enemy, New Order e Depeche Mode. Lorraine lavora per l’MI6 (Militar Intelligence, sezione 6) e viene inviata a Berlino per recuperare una lista contenente dei nomi di agenti occidentali in azione. Ad aspettarla alla Berlino Est c’è David Percival (James McAvoy), un’altra spia che dovrebbe cooperare con lei, e invece fa doppiamente il doppio gioco (come recita lui stesso citando Machiavelli: è un piacere doppio ingannare chi inganna.) Anche lui è sexy oltre il limite, nonostante sia di quanto di più lontano dal nostro immaginario strutturato sugli agenti segreti. Non guida auto di lusso o aerei privati, e non frequenta lʼalta borghesia. Percival si nasconde come una scarafaggio tra la feccia della malavita berlinese e, proprio come una blatta, sopravvive a tutti. Strano a dirsi, ma fra i due agenti non c’è alcuna tensione sessuale, nessun flirt. Sono entrambi due bombe atomiche ma i loro inneschi si smorzano in partenza. Ed è questo il punto forte del film, ovvero il ribaltamento dello 007 al femminile che non fa del suo fascino un’arma e, allo stesso tempo, resiste alla tentazione di infilarsi nel letto di creature insopportabilmente affascinanti – rischio in cui era facile incappare e impantanarsi, rendendo questa pellicola una caricatura di spionaggio in rosa.
Bisogna dire che Atomica Bionda non è un film nato per essere sofisticato – anzi, al botteghino si era già annunciato il suo successo mainstream – ma è comunque un prodotto con una sua dignità e ben interpretato. È importante sapere che la pellicola è tratta da un fumetto – e dal fumetto, giustamente, riprende le contingenze estreme – che in Italia si intitola “La città più fredda” (Magic Press Edizioni, 2017) un noir dal taglio classico di Sam Hart e Antony Johnston.
Che cosa ci è piaciuto di questo film?
La combattività di Lorraine. Certamente eccessiva, ma niente affatto gratuita. Da donna, osservare una protagonista che combatte contro sette, otto avversari di novanta chili utilizzando quello che riesce ad avere a tiro – un fornello da campeggio, un tubo di gomma, una scarpa rossa con il tacco quindici – è incredibilmente appagante. Magari non sarà del tutto credibile – perché, lo è forse l’amore romantico che ci spadella Hollywood? – ma almeno è liberatorio. Viene da pensare: che ficata, perché non ho mai studiato le tecniche di combattimento?; ora mi vado a iscrivere a un corso di Krav Maga; ecco a cosa servono le décolleté e il tubo per innaffiare il giardino!
Sono interessanti anche i montaggi che ricostruiscono la storia, e sbrigliano gradualmente l’inespricabile parallelismo delle storie. Lorraine, infatti, è a più riprese sotto interrogatorio, e racconta diverse versioni. Tuttera
E c’è anche un valore aggiunto, inaspettato, ma questo non lo sveleremo. Diciamo che lo scoprirete all’incirca a metà visione, quando Lorraine diventerà sincera – ma solo per un secondo.
Intanto gustatevi il trailer, il resto lo troverete in streaming o su Prime Video.