Se cʼè una cosa che è scaturita dalla lettura di “Luce”, di Bettina Bartalesi e Gianluca Di Matola (Clown Bianco, 2018), è un incontenibile bisogno di riscatto. Luce è una ragazzina di tredici anni che, nonostante il conflitto con i suoi slanci adolescenziali, ha ben chiara una cosa: non si farà mettere i piedi in testa. Ed è questa la scintilla che illumina la scatola nera nella quale si svolgono le vicende del libro, ambientato in quello che potrebbe essere un paese qualsiasi della periferia italiana, durante gli anni di piombo. “Ero lʼobiettivo ideale per chiunque volesse sviluppare la propria sadica natura. Ero una lucertola alla quale avrebbero potuto ficcare uno spillone in gola senza che quella sbattesse minimamente la coda.”
Luce vive in un ambiente retrogrado ed escludente – benvenuti nel futuro – e la persona che maggiormente affoga la sua spinta verso lʼalto è il padre, un uomo che tutti in paese chiamano il fesso e che “in canottiera e slip, aiutandosi con un vecchio straccio macchiato di grasso e olio, lustrava la sua Beretta 9mm“; un uomo che denigra la figlia e la moglie, una donna incapace di sovversione e che, come molte altre avrebbero fatto al posto suo, “aveva imparato a lasciarlo fare, altrimenti erano guai anche per lei.” Eppure, quella che cresce il fesso del paese, è una figlia quanto più lontana dallʼideale di femmina asservita a cui è abituato. Luce vede le cose dal di fuori e, soprattutto, è alla ricerca di qualcosa che le faccia eco dentro, e lo trova quando si innamora di Rosetta, la commessa del supermarket del posto. Rosetta diventa per lei una sorta di bussola con la quale orientarsi nella monotonia dei sobborghi, di cui Luce non accetta le regole, e la sua insofferenza, in modo embrionale, fa di lei già una donna.
In qualche modo, Luce è unʼadolescente che rispetta il suo ruolo primario, quindi si rifugia nelle amicizie che sono lʼopposto dalle raccomandazioni genitoriali. Il comunismo, in casa sua, è il grande spauracchio: “La beretta di mio padre riservava sempre un colpo in canna per i comunisti. Ce lo ripeteva in continuazione, più del Padre Nostro che recitavamo la sera nel letto. Stando a quanto ci raccontava, il comunismo avrebbe distrutto il genere umano peggio di un morbo pestifero.” ed è incitata da tanta avversione che Luce entra in confidenza proprio con il compagno Ivan – rinomatamente di sinistra – e che diventerà anche la sua guida. Ecco, la ragazzina si affida agli ideali opposti per sua natura, e la sua smania è talmente spinosa da portarla più lontano di quanto avrebbe immaginato. “Avrei voluto avere addosso il coraggio di Ivan. Il coraggio di non somigliare a nessun altro. Invece Cicciotto, Lorenzo lʼelettrauto, Vincenzo, Egidio, mio padre e pure i miei fratelli si somigliavano tutti. Avevano cucito sulle spalle lʼabito della rassegnazione e del disprezzo, anche se di differenti modelli e finiture.”
Porta lontano anche noi, questo libro, donne che forse avremmo voluto insorgere ma non ci abbiamo neanche provato, perché Luce, in un modo o nellʼaltro, senza pianificazione né incitamento, raggiunge un traguardo che non si era prefissata. Forse la sua mossa convincente è quella di avere come scopo la vendetta e la conquista del castigo non è il termine di arrivo, ma solo lo slancio di partenza.
PERIODO IN CUI LEGGERE “LUCE”
Leggete questo libro per tornare al momento inafferrabile in cui avete scelto di diventare quello che siete, che è precisamente lo stesso in cui vi è sfuggito di mano anche il contegno approntato dai vostri genitori. E se fosse scegliendo la strada sbagliata che si arriva nel posto giusto?
COLONNA SONORA DA ASCOLTARE DURANTE LA LETTURA
Sicuramente Patti Smith, unʼicona che non ha mai voluto esserlo. Patti ci ha insegnato che, per essere tale, una donna non ha bisogno né di dirlo e né, soprattutto, di farne sfoggio. Con la sua musica questʼartista immensa ha contribuito ad aprire una porta spazio-temporale negli anni ʼ70, una porta che, ad oggi, non è ancora stata chiusa. In particolare ascoltate “Because the night” perché è proprio sulle note di questa canzone che Luce, a un certo punto, pareggia i suoi debiti verso lʼuniverso.
Beatrice Galluzzi
Un pensiero riguardo “Luce”